Quando si pensa al Cloud, siamo soliti pensare a prodotti o soluzioni IT nate soltanto negli ultimi anni, con il boom del concetto di ‘nuvola’ che quasi tende a nascondere tutto ciò che c’è dietro il suo vero significato. In realtà, dobbiamo però andare indietro nel tempo per diversi decenni, risalendo perfino agli anni ‘60 con la nascita del mainframe, il super calcolatore centrale a cui più utenti potevano accedere attraverso un terminale, il cui scopo era semplicemente quello di fornire accesso al sistema centrale.
Gli anni passano, le tecnologie si evolvono, ma l’approccio rimane all’incirca lo stesso:
progetto un servizio, lo sviluppo, lo installo in un ambiente dedicato e lo rendo quindi disponibile ai miei utenti fornendo loro semplicemente le chiavi di accesso per poterlo utilizzare.
Nasce quindi il concetto di virtualizzazione, ossia un’astrazione virtuale delle risorse IT, hardware o software, che spalanca di fatto le porte all’epoca del Cloud moderno, dove tutto viene concepito ‘come un servizio’ (as a Service).
Le aziende si fanno carico dei costi di progettazione, di sviluppo e di installazione di un prodotto IT nei propri ambienti hardware, trasformandolo in un servizio Cloud ed offrendolo ai propri clienti che potranno utilizzarlo da remoto senza grossi sforzi e, soprattutto, senza installarsi nulla in casa propria.
Per fare un esempio, Microsoft Office 365, consente di usufruire della suite Office senza la necessità di installare software sul proprio pc, niente CD, ma con una semplice registrazione online !
Infrastructure as a Service (IaaS)
E’ il livello più basso della piramide e sta alla base di qualsiasi servizio Cloud.
Qui il fornitore offre una soluzione hardware virtuale completa, dal processore, alla memoria, allo spazio di archiviazione ed alla connettività di rete, facendosi carico della gestione fisica dell’hardware ed offrendo all’utente finale massima flessibilità di utilizzo.